Pesaro è Capitale italiana della Cultura 2024

Pesaro è Capitale italiana della Cultura 2024

Pesaro e Sestri Levante: le 2 Città aderenti alla Rete dei Comuni Sostenibili tra le 10 finaliste

Pesaro è Capitale Italiana della Cultura 2024. Al sindaco Matteo Ricci e all’amministrazione comunale, a tutta la città, i nostri complimenti. Così come vogliamo rivolgere le congratulazioni a Sestri Levante e alla sindaca Valentina Ghio: la città è riuscita ad entrare tra le 10 finaliste con un bellissimo progetto che coinvolge l’intero Tigullio. Pesaro (Marche) e Sestri Levante (Liguria) sono 2 città tra le 10 finaliste entrambe aderenti alla Rete dei Comuni Sostenibili.

“C’è chi vince e c’è chi è finalista, ed essere finalisti è come essere candidati all’Oscar. È già un grande risultato entrare nella short list sia perché è frutto di un’idea di programmazione condivisa sia perché è un titolo importante e bisogna cominciare a fregiarsi anche del titolo di finalista della Capitale italiana della cultura” ha detto il ministro Dario Franceschini.

«Una grande emozione per tutta la città. Vogliamo dedicare questa vittoria a Kharkiv, come noi Città della Musica UNESCO, in questo momento sotto gli attacchi russi», ha commentato il sindaco Matteo Ricci, stringendo tra le mani una foglia di ginkgo biloba, l’albero della pace al quale si è ispirato il dossier di candidatura di Pesaro2024. «Spero che presto la città di Kharkiv possa tornare a suonare, anche insieme a noi», ha aggiunto Ricci.

Queste le motivazioni della vittoria – proclamata all’unanimità dalla commissione del Mic -, lette dal ministro della Cultura Dario Franceschini: «Pesaro offre al Paese un’eccellente candidatura basata su un progetto culturale che valorizzando un territorio già straordinariamente ricco di testimonianze storiche e preziosità paesaggistiche ambientali, propone azioni concrete attraverso le quali favorire anche l’integrazione, innovazione, sviluppo socio economico. La proposta conferisce il giusto equilibrio tra natura, cultura e tecnologia: tre elementi che si fondono in un contesto di azione condivisa tra pubblico e privato. L’enfasi data al valore della cittadinanza, come pratica attraverso concreti esercizi, afferma una direzione che può generare contributi per altre esperienze future. Lo sforzo di coinvolgimento delle giovani generazioni in un programma impegnativo appare particolarmente interessante alla luce delle sfide che le incertezze dei tempi propone. La valorizzazione del rapporto tra città e territorio, con un programma esteso in modo articolato a tutti i Comuni della provincia, rende corale il riconoscimento della Capitale della Cultura. Brava Pesaro!»

IL DOSSIER – LA NATURA DELLA CULTURA

Da domani, al lavoro per rendere concreto il dossier “La natura della Cultura” e le sue 5 sezioni che declinano il rapporto tra arte, cultura e tecnologia. Nella prima, La natura mobile della cultura, «la Bicipolitana sarà il luogo in cui disseminare installazioni sonore mobili; qui le strutture ricettive diventeranno hotel labyrint con stanze trasformate in luoghi per residenze artistiche». Ci sarà anche “Danzando memorie sul mare”, che riporterà alla luce archivi sonori di tradizioni perdute». Con la seconda La natura ubiqua della cultura Pesaro mira a ribaltare il rapporto tra centro e periferia attraverso l’“Atlante delle emozioni” destinato ai cittadini; attraverso il progetto che accende i riflettori su quelle architetture moderne divenute invisibili allo sguardo; attraverso le “valigie digitali”, che dà attenzione alle Sim card dei migranti, unica valigia del loro viaggio. La natura imprevedibile della cultura, recupera oggetti per riscrivere un nuovo domani: «Qui la colonia di Villa Marina è ripensata come centro culturale»; qui “Sculture in città reloaded”, permetterà ai 13 tra quartieri e municipio, di ospitare altrettante residenze artistiche; qui i “Magazzini Rossini” apriranno alla città le scenografie del Rof permettendo alle associazioni di dare nuova vita agli oggetti delle opere. La quarta sezione, La natura operosa della cultura, si rivolge al passaggio di competenze: «Qui il “Blu, colore della cuccagna” usato per dipingere i capolavori rinascimentali, viene riportato in vita e “Oceano Adriatico”, diventato ormai un vero brand cittadino”, spinge a riflettere su nuova politica del rumore». C’è poi La natura vivente della cultura, che «impone un nuovo patto con l’ambiente. Un bosco risonante, composto da 33 alberi monumentali, racconterà una storia millenaria» mentre con la performance “Rising room”, i visitatori potranno avere un incontro con Marina Abrahmovich mentre l’artista viene lentamente inghiottita dall’acqua».