Rete comuni sostenibili scelta da Ue per monitoraggio comuni

Rete comuni sostenibili scelta da Ue per monitoraggio comuni

(Roma, 2 marzo 2023). Il monitoraggio dei comuni italiani a cura della Rete dei Comuni Sostenibili diventa un vero e proprio modello italiano da esportare. A certificarlo è la prestigiosa collaborazione che la Rete ha stretto con il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea (Joint Research Center).

La Commissione Europea valorizza, dunque, l’attività che la Rete sta svolgendo da oltre due anni in tutta Italia. Il compito del Centro Comune di Ricerca è fornire alla Commissione competenze e conoscenze scientifiche indipendenti e basate su dati concreti e che sviluppa strumenti innovativi mettendoli a disposizione dei responsabili politici europei.

Nell’ambito della prima assemblea nazionale della Rete dei Comuni Sostenibili, in corso di svolgimento al Teatro dei Ginnasi di Roma, è stato presentato il risultato di questa collaborazione internazionale: un documento che riassume i risultati del primo anno di monitoraggio della Rete e che offre ad altri paesi europei una vera e propria guida su come si possa replicare il modello italiano.

La Rete dei Comuni Sostenibili misura e monitora gli effetti delle politiche locali rispetto ai 17 obiettivi globali di sostenibilità definiti con l’Agenda 2030. Per la prima volta in Italia e, in modo così strutturato, in Europa, i livelli amministrativi più prossimi ai cittadini, cioè i comuni, sono monitorati sulla base di 100 indicatori quantitativi e qualitativi.

A curare il documento per il Centro Comune di Ricerca è stato Maurizio Gazzarri, responsabile dell’analisi e dello sviluppo del monitoraggio della Rete dei Comuni Sostenibili. Con lui, Alice Siragusa e Paola Proietti del Centro Comune di Ricerca.

“Quel che emerge dallo studio fatto – afferma Gazzarri – è che i comuni sono riusciti, in un periodo particolarmente difficile, a remare controcorrente. I dati dei 24 enti analizzati ci dicono che sulle materie di competenza dei comuni, le tendenze sono migliori, rispetto a quelle su fenomeni per i quali i comuni non hanno capacità di incidenza. Rispetto agli indicatori quantitativi su materie di competenza comunale, nei comuni capoluogo analizzati, oltre l’80% degli indicatori ha una tendenza positiva. Percentuale che scende al 61% per gli indicatori su materie non di competenza dei comuni. Nei comuni non capoluogo le percentuali sono rispettivamente 79% e 42%, con un gap di ben 27 punti a favore delle materie di competenza comunale. Questi numeri confermano la virtuosità delle azioni dei comuni sui temi della sostenibilità. In generale la percentuale maggiore di indicatori con tendenza positiva si ha nei comuni con oltre 5.000 abitanti, nel centro-nord, nei comuni capoluogo. Tra i 17 obiettivi di sostenibilità, quelli dove si registrano le maggiori percentuali di indicatori con tendenza positiva sono l’8, riguardante il lavoro (96% di tendenze positive) e il 7 sull’energia (90%)”.

“Inoltre – aggiunge Gazzarri – il documento delinea i passaggi fondamentali per poter replicare l’esperienza italiana in altri paesi dell’Unione Europea, descrivendo passo per passo quali azioni, relazioni e collaborazioni sviluppare per avviare il monitoraggio degli obiettivi di sostenibilità a livello comunale. Si tratta di una vera e propria guida per i singoli comuni europei, ma anche per realtà associative estere simili alla Rete dei Comuni Sostenibili”.

“La collaborazione con il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea – aggiunge il presidente della Rete dei Comuni Sostenibili, Valerio Lucciarini De Vincenzi – è particolarmente importante, perché dà proiezione internazionale al nostro lavoro. Il monitoraggio è il fulcro della nostra attività e sapere che questo lavoro è apprezzato e può essere d’esempio per altri paesi, ci conferma che siamo sulla giusta strada”.

“C’è un elemento importante, politico, su cui daremo battaglia come Rete dei Comuni Sostenibili – sottolinea inoltre il presidente Lucciarini nel discorso di apertura dell’assemblea –. Ci rivolgiamo al governo e al Parlamento: i comuni che si fanno monitorare, con il nostro sistema o con altri che potranno nascere, purché scientificamente affidabili come il nostro, devono essere premiati. Gli enti che si impegnano a essere trasparenti sugli effetti delle proprie azioni devono essere valorizzati. In questo senso proponiamo due azioni: una premialità, nel momento in cui si partecipa a bandi sui temi della sostenibilità, e un finanziamento ad hoc destinato alla formazione, all’assunzione di personale specializzato, alla divulgazione pubblica dei risultati del monitoraggio. Il tema dei bandi, in particolare, riteniamo sia assolutamente centrale. Già alcune call europee prevedono una premialità verso i soggetti che dimostrano di saper monitorare gli effetti del progetto per il quale si chiede il finanziamento. Proponiamo che anche lo Stato e le regioni procedano nello stesso modo. Un comune che è in grado di valutare nel breve, ma anche nel medio e lungo periodo, le ricadute dei progetti e la raggiungibilità degli obiettivi quantitativi, ha un elemento di virtuosità in più rispetto agli altri che merita attenzione e finanziamenti”.

“Il nostro lavoro – afferma Alice Siragusa, del Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea – consiste nel mettere i dati al servizio della politica, per aiutarla a prendere decisioni il più consapevoli possibile. La Rete dei Comuni Sostenibili rappresenta un perfetto esempio di questo lavoro: un nostro importante obiettivo è esportare fuori dall’Italia questa esperienza di monitoraggio”.