Il primo anno della Rete dei Comuni Sostenibili

Il primo anno della Rete dei Comuni Sostenibili

La Rete dei Comuni Sostenibili ha un anno di vita. Un anno di sperimentazioni, di tanto lavoro, che ci ha già dato molte soddisfazioni. Soprattutto che ha creato interesse e coinvolgimento dei comuni: di quelli già aderenti e di tanti che hanno manifestato interesse alle attività e all’adesione.

Un anno ancora difficile, per la pandemia. Però anche un tempo che suscita domande fondamentali, chiede risposte coerenti e spinge gli amministratori locali ad alzare l’orizzonte delle scelte.

Il monitoraggio territoriale volontario degli obiettivi secondo l’Agenda 2030 dell’Onu e gli indicatori di BES, rientra a pieno titolo nella svolta neokeynesiana impressa dall’Unione europea alle politiche di contrasto della crisi climatica. Next Generation EU (NGEU), lo strumento potente pensato per stimolare la ripresa, è il più ingente pacchetto di misure pluriennali di stimolo pubblico mai finanziato in Europa. Per promuovere la ripresa e la trasformazione dell’economia europea all’insegna della transizione ecologica, della digitalizzazione, della competitività, della formazione e dell’inclusione sociale, territoriale e di genere. La Commissione europea ha poi adottato il pacchetto climatico “Fit for 55” per la transizione verde, che per essere attuata deve coinvolgere le comunità locali ed essere equa, senza far ricadere costi sulle fasce sociali più deboli.

Paese per paese, le nuove politiche devono essere attuate e radicate nei territori in modi incrementali. Si sa che tutte le aree d’intervento del Recovery Plan chiamano in causa le capacità progettuali, generative e attuative delle autonomie locali.

In questo contesto, la misurazione delle politiche rispetto ad obiettivi è, insieme, una stimolazione molto forte a fare in modo orientato, per tradurre obiettivi globali in politiche locali, e un’operazione-trasparenza, importante per informare e coinvolgere i cittadini, per rilegittimare dal basso la politica dandole un senso chiaro. Oggi ciò si può fare, incrociando i dati statistici – rivendicandone di sempre più freschi e accessibili, a partire da quelli che l’Istat può fornire – e sfruttando l’immediatezza del trattamento dei dati su piattaforme digitali.

Ecco perché il progetto Rete dei Comuni Sostenibili, avviato anche in forza di un’intesa con l’ASviS, oltre a coinvolgere i comuni, ha incontrato il favore del Centro Ricerche della Commissione Europea e l’attenzione di ministeri e regioni, di scuole e università.

In un anno abbiamo messo alla prova e consolidato il set degli indicatori, che è il cuore del progetto: sono 101, selezionati grazie proprio all’apporto delle competenze dell’ASviS. Abbiamo definito nel Comitato scientifico uno schema di relazione annuale, analitica e ragionata, sulle rilevazioni da fornire ai comuni. È lo strumento necessario per redigere le agende locali e per integrare gli obiettivi nella programmazione e nella progettazione. Siamo in procinto di sperimentare la Piattaforma digitale di trattamento dei dati, che consentirà anche di raccogliere e condividere nella Rete progetti, atti, buone pratiche finalizzati a raggiungere gli obiettivi, tutto ciò per cui l’associazione può dare un aiuto ai comuni.

Siamo impegnati a promuovere il progetto “Comuni Sostenibili On The Road”. Un viaggio per raccontare le buone pratiche locali di sostenibilità che attraverserà simbolicamente tutto il paese: tutte le aree geografiche, comuni piccoli e grandi. Contando sull’attenzione dei media e di chi voglia scommettere sulla nostra sperimentazione.   

Nei due anni precedenti all’avvio la gestazione del progetto ALI aveva già creato una preziosa rete di condivisione e di relazioni, a partire da associazioni e alleanze, dalla rete dei Festival di società civile. Oggi ci sono partnership significative che potranno fruttare risultati in reciprocità. Altre ne verranno.

Vogliamo rendere protagonista questa rete di relazioni per la redazione del Manifesto previsto dal progetto la “Carta dei Comuni Sostenibili”. Avremmo l’ambizione di fare qualcosa di nuovo, che guarda ancora più in là. Con coraggio: quello che ci vuole. Perciò vogliamo chiamare chi condivide visione e metodo a contribuire: c’è una ricchezza straordinaria da spendere e c’è l’urgenza di farlo. Si può fare anche nel nodo di una rete che RCS oggi rappresenta con sempre più protagonismo sul panorama italiano ed europeo.

Marco Filippeschi
Coordinatore Comitato Scientifico RCS e Responsabile Ufficio Studi ALI Nazionale